Venerdì 29 aprile, alle ore 21, il Teatro del Navile presenta in anteprima assoluta “Antigone”, una tragedia moderna di Jean Anouilh, versione italiana di Adolfo Franci, regia di Nino Campisi.
In scena Agnese Corsi, Maurizio Corrado, Francesco Di Nubila, Fabio Garau, Simona Ortolani, Leonardo Galotto, Lorenzo Romanazzi. Musiche di Marilyn Mazur. Images: Maddalena Barletta, Nino Campisi.
Una scrittura scenica e regia di Nino Campisi (primo studio).
In Prima nazionale: sabato 7 e domenica 8 maggio, ore 21.
Una produzione Teatro del Navile - Compagnia Teatro Studio.
Dopo “Delitto e Castigo”, Nino Campisi presenta la sua nuova regia con la Compagnia Teatro Studio, e porta in scena il capolavoro di Jean Anouilh, “Antigone”, una riscrittura della tragedia di Sofocle trasformata dall’autore francese in una tragedia moderna. La storia è sostanzialmente quella di Sofocle ma i riferimenti temporali sono attualizzati a un’epoca contemporanea. Antigone diventa così una eroina dei tempi moderni che rifiuta ogni compromesso, si oppone alle ragioni del potere, qualsiasi esse siano, e sacrifica la sua giovinezza per un ideale.
“Se è vero, come suggerisce Mario Trombino, che il mito della tragedia è universale, mentre la Storia, ci parla di eventi particolari, che la tragedia nel suo essere universale parla anche di noi, qui e ora, - scrive Nino Campisi nelle note di regia - è anche vero che l’Antigone parlava ad Anouilh e ai suoi contemporanei.”
Rappresentata nel 1944 al Théâtre de l’Atelier per la regia di André Barsacq, in una Parigi ancora occupata dai tedeschi, l’Antigone di Anouilh suscitò reazioni contrastanti. Gli opposti inconciliabili di Antigone e Creonte, rappresentati sulla scena di un teatro freddo e male illuminato, scatenarono la polemica di un dialogo impossibile tra collaborazionisti e resistenti. Di fronte a quel tentativo di attualizzazione della tragedia bisognava schierarsi, e uscire alla scoperto, dichiararsi a favore o contro l’esercizio dispotico del potere. I collaborazionisti videro in Creonte il rappresentante di un realismo politico che non si preoccupava della moralità, e nell’Antigone una "terrorista" votata a un sacrificio inutile e addirittura controproducente. Al contrario, i resistenti videro in Antigone la figura dell’eroina che con il suo sacrificio trionfa sul tiranno. Gli impermeabili di cuoio nero con cui Barsacq aveva vestito le guardie, fortemente somiglianti a quelli della Gestapo, comunque non lasciavano dubbi. E anche se il testo, presentato alla censura nel 1941, aveva ricevuto il visto delle autorità tedesche, Barsacq fu convocato d’urgenza dall’ufficio della propaganda tedesca per chiarimenti urgenti. Gli fu intimato di sospendere le repliche dello spettacolo. Non fece in tempo a ubbidire, infatti, il 13 agosto del 1944 tutti i teatri parigini furono chiusi. Gli americani erano sbarcati in Normandia. Una settimana dopo Parigi era già libera.
“Mentre lavoravo alla regia ripercorrevo i tragici avvenimenti di quegli anni, - scrive ancora Campisi - dalla disfatta di Dunkerque nel 1940, all’attentato di Paul Collette, nel 1941, contro Pierre Laval, futuro primo ministro del governo di Vichy. Il carattere eroico e sacrificale della resistenza, colto nella sua genesi, in quel gesto apparentemente isolato di Paul Collette, che metteva a nudo la disperazione e lo sbandamento in cui era precipitata la Francia, aveva ispirato Anouilh nel riscrivere la tragedia, attualizzandola. E a dire di no, e a immolarsi al sacrificio è l’Antigone. Ma già nel personaggio e nelle ragioni del tiranno Creonte, si potevano riconoscere sia il dittatore contemporaneo sia le spietate leggi del nuovo stato.”
Anouilh e la sua Antigone: geometria del potere
Aristotele sostiene che la poesia, non la storia, parla dell'universale. Non è in effetti vero che la storia è sempre narrazione di eventi particolari e che al contrario le storie che racconta la poesia in teatro (Aristotele si riferisce alla tragedia attica) non sono mai particolari? Forse la storia di Antigone o di Medea lo sono? Anouilh e la sua Antigone non fanno eccezione: ci parlano di noi, qui ed ora. Noi non abbiamo un potere nazista con cui fare i conti, non siamo nel 1944 quando la tragedia fu rappresentata per la prima volta. Ma la geometria del potere è la stessa: una stessa logica tanto semplice quanto ineluttabile governa tutti. Anche i vincitori? Anche i vincitori. Anche i "poteri forti"? Anche loro. Anouilh lo fa dire ad Antigone e a Creonte chiaramente. Parlano di noi, adesso. Conviene ascoltarli, per capire cosa sta succedendo. Allora era l'epoca della Weil e di Sartre, di Camus, dell'esistenzialismo e del neotomismo, con una nuova idea di persona politicamente significativa. Allora si rifletteva sul potere, e si era costretti a schierarsi. E oggi? E' sempre vero quello che Sofocle fa dire al suo coro a proposito dell'uomo nel celebre stasimo? Su tutto questo Anouilh ha qualcosa da dire.
Mario Trombino (direttore editoriale di Diogene Multimedia).
TEATRO DEL NAVILE - SPAZIO ARTE via Marescalchi 2/b (ang. via D'Azeglio 9 – Bologna) - 051.224243 - Info: teatrodelnavile.org. Ingresso riservato ai soci: tessera € 1,00 – Biglietti: Posto Unico €10,00 Biglietteria ore 20 - Inizio Spettacolo ore 21.
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