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Il teatro della memoria (3)

1989 - 1995
Teatro del Navile Scuola di Teatro Bologna

Jolanda Ferrari

Una tranche de vie emozionante e carica di umanità.

Il Centro Quotidiano dell'abruzzo, 28 ottobre 1990

 

Una successione di immagini dell'epoca proiettate su uno sfondo, canti di lotta e di lavoro e le note soavi e maestose del Nabucco verdiano, distribuiti nel corso della rappresentazione, conferiscono un respiro "epico" a questo lavoro di stampo neo-realista.Mai retorico, mai sconfinante nella compassione, neppure nel finale della sempre struggente "O bella ciao", il "Paesaggio" del Navile (realizzato in pochissimi mesi, come spiega Campisi) si avvale di una regia intelligente e di tre testimoni "senza paura", fiere, sorridenti, che alla fine dello spettacolo non si può fare a meno di salutare con un abbraccio. (...)Un'occasione da non perdere.

 

Roberta Belledi

La storia entra a teatro e riafferma la verità delle coscienze.

La Gazzetta Di Parma. 10 marzo 1992

 

Il regista, Nino Campisi, animatore del Teatro del Navile, all'essenzialità e alla naturalezza della rappresentazione ha sottilmente conferito un tono epico, libero da ogni retorica: gli spettatori, nonostante il riconoscimento della lontananza storica e quindi della propria diversità, giungono ad identificarsi almeno a livello emotivo in quel mondo di "eroi ed eroine", i cui attributi, come il coraggio, la fiducia, la convinzione ideologica nonché il dolore, pare non esistano più. (...) il dato oggettivo della distanza storica lascia più facilmente pensare a un teatro della memoria, una memoria ancora più incisiva (...) che ha maturato un nuovo linguaggio teatrale, paradossalmente anacronistico.La storia, entrando a teatro, luogo deputato della finzione, riafferma la verità delle coscienze e si incarna in una forma comunicativa come quella del racconto orale che ormai non appartiene più in modo esplicito a nessuno dei nostri mezzi espressivi.

 

Luisa Gabbi

Il teatro vero delle mondine

La Gazzetta di Reggio, 21 luglio 1992

 

C'era la Priama, lì in prima fila, e annuiva, con il capo. Lei che la resistenza se la porta ancora addosso, e la porta ancora avanti.Era teatro quel racconto che le si srotolava davanti agli occhi, o era storia?Era il teatro delle partigiane, "Paesaggio con donne in risaia", il teatro giusto per la branche di Micro Micro "Della memoria - I grandi narratori".

 

Grandi narratori, grandi destini e il piacere infinito di mettersi lì, di farsi raccontare "le storie", anche di risentirle, proprio come fanno i bambini, per imparare a memoria e quindi riraccontarle.Pina Pirani, Gelsomina e Maria Bonora avevano probabilmente raccontato finora i loro ricordi di mondine della bassa bolognese solo ai nipoti.

 

Nino Campisi, regista del teatro del Navile, ha raccolto la loro testimonianza (...) ne ha fatto una scrittura scenica essenziale, ha dilatato i ritmi allontanando l'azione-emozione in un momento epico.

 

Da contrappunto "Va pensiero" e i canti delle risaie: la voce dell'esilio.Risaie, Resistenza, la lotta clandestina, i controlli dei fascisti.Non era esattamente il racconto del nonno, quello a cui si assisteva: spogliato dalla retorica e dall'enfasi, riconquistava quell' interesse che spesso ai nonni si nega. (...).

 

Sorridente Gelsomina Bonora "Gilera", la stessa serenità della foto in bicicletta, 45 anni fa. Poi Pina, commossa, in un racconto sottovoce ma che fa ancora male e che esplode ancora dentro quando ripensa alla gioia della Liberazione, a quelle lacrime incontrate in Piazza Maggiore, quando le fatiche si ricongiunsero al loro senso.

 

Viviana Bucarelli

Il teatro come testimonianza diretta della storia.

Giorno e Notte. Cagliari, ottobre 1992

 

(...) Si parla a questo proposito di teatro della memoria, affrontato dal regista con grande serietà. Qui il teatro diventa testimonianza diretta della storia, quella con la S maiuscola, e di quella "minore" fatta di piccoli-grandi cose, di aneddoti e del "patrimonio" di memoria dei personaggi.

 

Una totale immersione nella sincerità

La Nuova Sardegna. Cagliari, 26 ottobre 1992 di Angelo Porru

 

Anni difficili. C'erano le ristrettezze di una guerra che toglie il pane, i vestiti, il sonno.C'era lo strepito dei cannoni, delle mitraglie, dei bombardamenti. E c'era, soprattutto, l'incubo di un esercito che da alleato si trasformava in invasore. Affiancati dai fascisti più fanatici, i soldati del Terzo Reich spadroneggiavano con la forza di una micidiale macchina da combattimento. Sono momenti che hanno avuto un'infinità di cronisti e di cantori.

 

Dalla letteratura al cinema, passando per la musica o per la messinscena, i drammi oppure l'epopea di questa Italia violentata sembrano persino un tema già esaurito.

Le voci che ritornavano a quei giorni avevano finito per farne un argomento di maniera, un esercizio di retorica a buon mercato.

 

L'effetto di "Paesaggio con donne in risaia" è invece una totale immersione nella sincerità. (...)

 

Crepi d'invidia, adesso, il teatro dei mattatori e del professionismo imbalsamato.

 

Teatro. Memorie di guerra.

Il Resto de Carlino, 18 Marzo 1995, Redazione di Modena

 

(...) Al teatro San Geminiano una serata (a cura di Nino Campisi) intitolata "Paesaggio con donne in risaia".L'appuntamento prevede la proiezione di un video, l'incontro con le protagoniste del video, e letture di brani del libro di Roberto Mussapi "Il cimitero dei partigiani".

 

La serata fa parte della rassegna "L'orgoglio e la vergogna - Scene, voci, immagini dalle guerre dell'esistenza", organizzata da Emilia Romagna Teatro.L'incontro è dedicato alla memoria della resistenza e della seconda guerra mondiale.

 

Alle tragedie del conflitto che ha lacerato il nostro paese e ai tanti eroismi della quotidianità che hanno attraversato l'orrore della guerra, riaffermando quei valori di vita che permettono di sopravvivere al dolore e alla distruzione.

 

La serata è affidata al regista e attore Nino Campisi che da anni utilizza il teatro come mezzo di scandaglio, come veicolo per incontrare la storia.

2010 - present

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