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Lucio Dalla, creativi della città unitevi

di Raffaello Bolognesi.

 

«Ho comprato una casa di mille metri quadrati qui in via D’Azeglio solo perché c'è il Teatro del Navile».

Parola di Lucio Dalla che ha presenziato l'altra sera all’inaugurazione della stagione 1999/2000 del piccolo teatrino di via Marescalchi.

«Il Teatro del Navile è un luogo stimolante. A Bologna, ma anche in Italia, si fa solo del teatro ufficiale, questo è invece uno degli ultimi e dei pochi posti dove si può fare teatro di formazione, di avanguardia, dove si può sperimentare, un po' come facciamo con la musica. Anche se forse in questo caso è più facile visto che sono tantissimi quelli che suonano». Parla a ruota libera il cantautore bolognese. La piccola saletta infossata sotto via D'Azeglio è piena e il pubblico si diverte ascoltando il monologo di Dalla «La gente oggi è distratta dalla fissità televisiva e si lascia andare. Pensare che Bologna sarebbe la città ideale per stimolare la creatività. Credo che la creatività nasca in cielo o sottoterra. Ecco dunque perché questo è il luogo ideale».

E' questa è l'ultima battuta discorso dell'autore di Caruso, ancora fresco di laurea ad honorem, prima di correre in sala di registrazione.

Dopo la consegna dei diplomi ai dodici partecipanti del corso biennale di formazione dell'attore, Nino Campisi, (anche direttore artistico del teatro), Matteo Belli e Massimo Manini hanno tenuto una breve rappresentazione. Il primo appuntamento con gli spettacoli del Navile è per il 15 ottobre con Eutanasia a Leningrado e Originalità con Silvana Strocchi. Uno spettacolo che rientra nel progetto Sintesi Metropolitane dedicato alla drammaturgia di Mario Fratti, direttore artistico dell'Italian Theatre di New York, di cui , il Teatro del Navile mette in scena sei atti unici.

Raffaello Bolognesi, Il Resto Del Carlino, 12 ottobre 1999

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