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Edoardo Sanguineti, l’Angelo della Storia e il Ritratto del Novecento

di Nino Campisi.

Edoardo Sanguineti e Nino Campisi nel 2006 durante e repliche di Ritratto del Novecento
Edoardo Sanguineti - Ritratto del Novecento

Bologna, 19 maggio 2010. "Edoardo Sanguineti, l’Angelo della Storia e il Ritratto del Novecento" di Nino Campisi.

“C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è cosi forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”. ( W. Benjamin, Angelus novus, Tesi di filosofia della storia, Einaudi, 1962 ).

“Io non ho niente da dire, ho soltanto da mostrare.”

Con la scomparsa di Edoardo Sanguineti perdiamo un grande poeta, lucido e attento critico dei nostri tempi, maestro e punto riferimento per tutti gli intellettuali. Sanguineti ci ha insegnato a guardare all’arte, alla poesia, alla scrittura e al cinema da una prospettiva storico progettuale inedita e originale, con lo sguardo critico dell’angelo della storia di Walter Benjanim.

Lo sguardo angelico e profetico dell’Angelus Novus, Edoardo Sanguineti lo ha materializzato nel suo “Ritratto del Novecento”, realizzato alla Sala Borsa di Bologna dal 12 al 16 dicembre 2005, e ripreso nel 2006, opera multimediale colossale, voluta da Angelo Guglielmi, prodotta dalla Cineteca e dal Comune di Bologna con la regia di Giuseppe Bertolucci e Luisa Grosso. Evento storico unico e irripetibile, “opera monstrum”, come è stato definito, immagine di un secolo interminabile, il Ritratto del Novecento di Sanguineti è stato tra i più importanti eventi culturali di Bologna.

L’esperienza della messa in scena di Ritratto del Novecento, che mi ha coinvolto personalmente come lettore, interprete e coordinatore degli attori, insieme al Teatro del Navile e alla Scuola di Teatro, è indimenticabile.

Le note struggenti di apertura del Ritratto, lo scenario del dramma cosmico di The Unanswered Question di Charles Ives, ogni sera conducevano pubblico e interpreti in un sfera di percezione nuova e rituale con la consapevolezza di prendere parte a un evento storico. Cento autori per un “secolo interminabile” e incompiuto. Ed Edoardo era sempre lì, ogni sera ad aprire il ritratto, magro, esile, magistrale, arguto e gentile.

Voglio concludere questo ricordo personale su questa importante esperienza con le parole di Edoardo Sanguineti :

«...se dovessi ridurmi a scegliere un solo rappresentante del secolo, opterei per Walter Benjamin, dal quale ho mutuato l’idea capitale, che potrei assumere a stemma del Ritratto, ossia l’affermazione “Io non ho niente da dire, ho soltanto da mostrare”.

E come tutti i grandi maestri Edoardo Sanguineti ci ha mostato e indicato più volte la via: “Il nodo centrale della trasmissione culturale sta nell’insegnare all’animale-uomo che deve morire”.

Nino Campisi


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